Cattura i propri sogni attraverso la fotografia e li fa divenire i tuoi sogni…
Nome: Tiziano
Cognome: Zatachetto
Anni: 54
Professione: Fotografo
Nato a Madonna di Campagna (VR), Tiziano Zatachetto, in arte ZATAC è un artista della fotografia, non un semplice fotografo quindi, ma una persona che con le sue foto ti porta verso un mondo magico, fatto di emozioni e speranze.
Fisico atletico, gran camminatore, oggi dedica la prima parte della sua giornata al nuoto, disciplina nel quale esso trova rigenerazione; dove nell’ immergersi l’ assenza di rumore, o meglio la sensazione di rumore ondulante, porta la sua mente a formulare le creazioni più inaspettate.
Premesso, che lui è il fautore delle foto di questo sito, l’ abbiamo sentito al telefono perché volevamo conoscere l’ animo e lo spirito di colui che si cela dietro l’ obiettivo di queste ed altre meravigliose foto.
Hai dichiarato che da piccolo, osservavi come la luce si disegna sulle cose del mondo, ma come disegnava ZATAC nella fanciullezza?
Avrò avuto 2-3 anni, un pomeriggio mentre il nonno preparava un coniglio per la cena, ricordo ancora il colore verde brillante della vigna, poiché attraversata dal sole, il bianco del candid o pelo del coniglio e il rosa laddove si andava arrossando…
Mi sarebbe piaciuto disegnare, ma non ero molto bravo. Ecco perché ho fatto in modo che la fotografia fosse il mio tramite tra realtà e disegno… la macchina fotografica è lo strumento con cui posso realizzare un immagine, che non sono in grado di realizzare in altri modi. Mi piace usare la luce a sensazione, ad istinto, in modo che sia lei a disegnare per me… io imprigiono solo quel momento dentro l’ obiettivo.
Quando hai cominciato a scattare le prime foto, dato che al tempo non esisteva il digitale e quindi una foto aveva anche il costo di sviluppo della stessa, e quali sono stati i tuoi primi soggetti?
Le prime foto le ho scattate a 4/5 anni con la macchina fotografica del mio papà. Lui faceva fatica ad usarla, non capiva che quello osservato, era leggermente diverso da quello che poi si vedeva nella foto. Se ci ricordiamo al tempo, quante foto si vedevano con teste tagliate… poiché l’ ottica era sette centimetri più in basso dell’ osservato. Cominciai i primi esperimenti, provando i tempi di esposizione e imparando a conoscere la magia della carta.
All’ inizio ho cominciato a fotografare gli oggetti di casa, cose inanimate ma dove attraverso la fotografia potevo dargli vita propria. Poi ho cominciato con le persone, adoravo coglierle in pose naturali, in momenti inaspettati, arrivare nel momento in cui si crede di essere inosservati e si lascia che l’ anima si liberi per un istante… ecco quando riesco io sono lì.
Chi è la persona che più ha influenzato il tuo lavoro e perché?
Allora diciamo che non le ho conosciute di persona, ma come riferimento ho sempre ammirato Steven Spielberg e Tim Burton, per il loro geniale modo di osservare le cose. Di Spielberg mi affascina il modo di dosare la luce e i punti di ripresa unici; di Burton la fantasia e lo stile un po’ gotico, un po’ dark.
Nel mondo reale, sembrerà assurdo e banale, ma la persona che è veramente importante per me è mia moglie, nella vita, ma soprattutto nel mio lavoro, dico sempre che io sono il mago Merlino e lei è Anacleto, il gufetto del cartoon “La Spada nella Roccia”. Lei fa un lavoro completamente differente dal mio, infatti lei è insegnante di lettere, ma i suoi consigli, le sue critiche riguardanti i miei artifici sono sempre state coerenti e spesso hanno individuato i punti neri, qualora ve ne fossero. Ad oggi, non manco di sottoporgli ogni mio lavoro, prima di presentarlo pubblicamente, poiché vuoi per l’ alchimia che ci unisce, vuoi per la sensibilità femminile, lei mette in risalto pregi e difetti del mio operato.
Tu hai lavorato con noti brand di Moda, come Dirk Bikkembergs, parlaci del rapporto tra Fotografia e Moda, quale arricchisce di più l’ altro?
Una cosa arrichisce l’ altra. Basti pensare a riviste come Vogue, dove vediamo fotografie molto belle con soggetti importanti. Se la modella è giusta e l’ abito è giusto, la fotografia risulterà straordinaria. Altresì se la modella non interpreta bene l’ abito e se l’ abito non si sposa con la modella, il fotografo non potrà far risaltare il tutto.
Anche se oggi esiste il post produzione, esso serve per creare ambientazioni ed effetti, ma i soggetti principali devono essere interessanti.
Oggi si dà meno peso alla fotografia, spesso è vista come una cosa effimera e sfuggente, si fanno mille fotografie con il telefono, non si ha più la cura di riporla in un album cartaceo… è più difficile fare il tuo lavoro?
Oggi fare il fotografo non è difficile, il difficile è fare capire il proprio lavoro all’ utente finale o meglio fare capire il giusto prezzo. Negli anni ottanta facevi scatti che vendevi anche a due milioni di lire, ovviamente dedicavi giorni di lavoro in post-produzione, ma non è che oggi si dedichi meno tempo anzi… oggi si lavora quasi più in post-produzione per ottenere realtà individuali e inaspettate.
Perchè oggi un montato video attrae più di una foto?
La risposta la troviamo nel mondo dei social. Solo da quando si è innalzato il mondo dei social network i video hanno assunto più importanza, poiché fino a poco tempo fa i video erano solo di esclusiva proprietà del mondo della televisione o eventualmente video promozionali per fiere. Oggi il video deve essere sintetico, immediato e coinvolgente anche con l’ uso dell’ audio.
Ci sono molte tue foto, dove sembra che tu voglia sfuggire dalla realtà e rifugiarti in un mondo fantastico. Che rapporto hai con il fantastico e con l’ irrealtà?
Sono una persona che vive nel Mondo delle Meraviglie, trovo che nel mondo del fantastico, spesso possiamo trovare un messaggio positivo, di speranza. Sono sempre rimasto affascinato dal maestro Hayao Miyazaki (La città Incantata, Il castello errante di Howl) tanto che ogni volta che rivedo i suoi lungometraggi mi immergo totalmente nel mondo da lui creato.
Per te è più difficile fare una buona foto, o essere il buon soggetto di una foto?
Trovo complicato rispondere a questa domanda. Personalmente non mi vedo come soggetto di una foto, ho degli aspetti di me che non mi piacciono. Come molte persone, non riesco a trovare dalla mia figura qualcosa di fotografico e probabilmente dovrei lavorare troppo in post-produzione per darmi un senso di come vorrei sembrare. La cosa che probabilmente crea un modesto rifiuto, è il pensiero di chi mi vede in quella foto e che non rilevi le sensazioni o le emozioni che stavo provando in quel momento, ma addirittura tergiversando.
Come descriveresti Zatac in una frase?
Ti dirò la frase che uso nel mio libro:
“Fin da piccolo ho sempre guardato con curiosità come la luce disegna sulle cose del mondo. Il miglior talento che potessi mai desiderare.”
Ringraziando Tiziano, per il tempo che ci ha dedicato, concluderei dicendo che ci troviamo di fronte ad una persona umile, sincera, un uomo dedito alla famiglia ancor prima del lavoro. Una creatura gentile, come quelle da lui stesso amate nel mondo del fantastico, un professionista dell’ immagine, non solo immobile, poiché in cantiere ha niente meno che un cortometraggio animato, e non vediamo l’ ora di visionarlo.
Siamo fortunati ad avere le sue foto che incoronano il nostro sito, e saremo ancora più fortunati quando ci consentirà di trasmettere il suo sapere attraverso un corso da lui stesso ideato nel progetto Sorgenti Aperte.
Igor Sartori
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